La questione migranti deve essere affrontata e risolta in sede Europea: Salvini al processo Open Arms e la mail illuminante del governo maltese

21 Mar 2021|Libertà e diritti|

Ieri Matteo Salvini è stato a Palermo per difendersi nel processo Open Arms, imputato per sequestro di persona. In modo come sempre inappuntabile, Giulia Bongiorno spiega perché si tratta di accuse infondate. Il reato di sequestro ha caratteristiche ben diverse da quanto è accaduto come lei ben argmenta.

La mail del governo maltese

In aula peraltro è stata prodotta una mail del governo maltese che accusa la ONG Open Arms di “bighellonare”. Dimostrazione che esiste una chiara tattica per mettere sotto pressione i governi, nella fattispecie maltese ed italiano.
La mail evidenzia e sottolinea la situazione di assedio in cui si trova anche il nostro Paese. L’Italia è lasciata solo a gestire questa grave crisi internazionale in cui le ONG giocano un ruolo cruciale e poco trasparente, di quantomeno dubbia utilità. Le persone convinte dai trafficanti a mettersi in mare continuano a morire, mentre prosperano il traffico e lo sfruttamento dei migranti.
A fronte di ciò, siamo nella surreale situazione per cui un ex ministro, che ha agito in piena sinergia con il governo di cui faceva parte, debba trovarsi imputato e rischiare 15 anni di carcere per aver svolto quello che era a tutti gli effetti il suo mandato.

L’autorizzazione del sentato

Ricordo che Matteo Salvini viene processato a seguito dell’autorizzazione data dal Senato nello scorso luglio. Il Senato, nel quale la Lega era in minoranza, non riconobbe l’interesse nazionale del suo operato. Un voto in tutta evidenza politico. Si può non condividere l’impianto delle decisioni di Salvini ministro, ma non si può mettere in dubbio che quelle azioni siano state condivise e compiute nell’interesse generale del Paese e non per tornaconto personale.
Penso che la politica, per recuperare il rispetto dei cittadini, dovrebbe tornare ad una lealtà di fondo, e pianificare le vittorie e le sconfitte degli avversari sulla base di fatti e non di espedienti.
Da questa vicenda l’unica cosa che emerge con evidenza è una generale mediocrità del contesto politico nel quale l’avversario è un nemico da abbattere con qualunque espediente.
Per queste ragioni la mia stima nei confronti di Matteo Salvini è grande, e lo sarebbe anche se fossi di un partito diverso dal mio. A prescindere da tutto, riconosco l’onestà del suo operato.

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