Il 1° aprile 2021 (con D.L. 44/202, poi convertito in legge) venivano obbligati tutti i sanitari alla vaccinazione contro la COVID19 con la finalità di proteggerli dall’infezione e soprattutto proteggere i loro pazienti dal contagio, pena la sospensione dalla professione e dunque anche dalla remunerazione. Tantissimi medici e sanitari hanno preferito la sospensione pur senza stipendio ma non hanno ceduto al ricatto. Ne sono conseguite difficoltà nella gestione delle cure ai pazienti, e ancora oggi molti ospedali non riescono a far fronte alle necessità dei cittadini per carenza di medici e sanitari. Ma dallo scorso dicembre accade che il virus si trasmette con elevata contagiosità tra vaccinati e non-vaccinati (nei primi anche con maggior frequenza!), e tra questi ultimi moltissimi sanitari che avendo superato la malattia ed essendo immunizzati hanno chiesto il reintegro in servizio.

La nota del Ministro Speranza

Ma ecco che arriva la precisazione da parte del Ministro Speranza per il tramite del Capo di Gabinetto (nota del 18 febbraio 2022) “la sospensione è efficace fino alla comunicazione da parte dell’interessato all’Ordine Professionale del completamento del ciclo vaccinale primario e, per i professionisti che hanno completato il ciclo primario, della somministrazione della dose di richiamo. Pertanto, la guarigione non è, in base alla normativa vigente, circostanza idonea a legittimare la revoca della sospensione”.

In altre parole, non contano le evidenze scientifiche secondo cui il sanitario guarito non differisce dal sanitario vaccinato ai fini della propria protezione o suscettibilità alla reinfezione e neppure ai fini della eventuale contagiosità dei pazienti, conta la normativa vigente anche se priva di fondamento.

A stretto giro di posta, la Federazione Nazionale Ordini dei Medici-Chirurghi e Odontoiatri (FNOMCeO) a nome del Presidente Dr Anelli (un medico che certe cose dovrebbe saperele!) informa gli Ordini professionali (comunicato N. 46 del 18 Febbraio 2022) che “la guarigione dal Covid-19 rileva ai soli fini della certificazione verde Covid-19, ai sensi dell’art.1 comma 1 lett.b) del dl n.5/2022 che ha sostituito il comma 4 -bis del dl n.52/2021, ma non accerta nulla rispetto alla disciplina speciale dell’obbligo vaccinale prevista per i sanitari”.

In altre parole, i medici (ma vale per tutti gli altri sanitari) che hanno contratto e superato la malattia COVID-19 non possono essere reintegrati in servizio perché pur risultando immuni non hanno fatto la vaccinazione. Contro ogni evidenza scientifica e soprattutto contro gli interessi della Sanità e della salute degli italiani.

Riportiamo in calce alcuni studi che dimostrano una immunizzazione efficace e duratura nei soggetti guariti pari e anche superiore a quella ottenuta a seguito di continue inoculazioni con questi vaccini a trasferimento genico.

Lo studio su The Lancet

A conferma, recentissimamente è stato ribadito su The Lancet che “I sanitari guariti dall’infezione naturale con SARS-CoV2 dovrebbero essere esentati dall’obbligo vaccinale” (Dennis G McGonagle “Health-care workers recovered from natural SARS-CoV-2 infection should be exempt from mandatory vaccination”; ww.thelancet.com/rheumatology Published online February 7, 2022 https://doi.org/10.1016/S2665-9913(22)00038-8).

La decisione del Ministro Speranza di inibire la revoca della sospensione dall’esercizio professionale dei sanitari guariti dalla COVID-19 appare più come una punizione per non aver assolto all’obbligo vaccinale che non una forma di tutela nei confronti del sanitario e dei pazienti.

Ancora una volta si conferma l’incapacità dei politici a gestire il sistema sanitario e l’insussistenza scientifica dei loro esperti consiglieri. A pagarne le conseguenze sono i sanitari, cui è impedito di lavorare (con annesso danno economico), e i cittadini che vedono diminuire sempre più i servizi assistenziali.

(a cura dello staff medico-scientifico; si ringrazia Rico Dorisio, ricercatore e divulgatore scientifico per la consulenza).

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