Reazione avversa ai vaccini Covid-19: morto un militare di 43 anni in Sicilia

10 Mar 2021|Covid-19|
Ieri in Sicilia un giovane militare, in servizio presso la base Nato di Augusta, ha avuto una grave reazione avversa subito dopo aver ricevuto il vaccino di Astrazeneca e dopo poche ore, è morto.
Sono in corso accertamenti sulla salma per chiarire l’effettivo nesso causale fra vaccino e decesso.
Ma non è affatto un caso isolato.
Qualche giorno fa è morta a Napoli un’insegnante, poche ore dopo la vaccinazione, per cause da accertare (riportato genericamente un arresto cardiaco). La salma è sotto sequestro per verificare se trattasi di reazione avversa e la correlazione con la vaccinazione .
E non accade solo in Italia.

Danni per reazione avversa negli USA

Al 4 gennaio sono stati registrati negli USA 653 decessi, un sottoinsieme di 12.697 eventi avversi del vaccino anti Co vid. Sono i casi segnalati al Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS), il sistema di monitoraggio delle reazioni avverse in USA.
I dati sono riportati dal Children Health Defender, un sito USA specializzato in informazioni sanitarie. Il 20% di questi decessi è attribuito a cause cardiache.
Centinaia di casi sono stati segnalati anche in Europa.

Non sono mai stata ideologicamente contraria ai vaccini.

Nella storia essi sono stati strumenti di contrasto a virus che causavano infezioni importanti, riuscendo a debellare diverse epidemie.
Oggi però la somministrazione di massa di vaccini non tradizionali, che utilizzano tecniche mai usate prima su esseri umani, peraltro per un virus asintomatico per oltre il 90% dei soggetti, è di fatto una sperimentazione che pone gravemente a rischio la salute di chi vi si sottopone. Pertanto, avverto l’obbligo morale di sollecitare la massima attenzione verso tutte le reazioni avverse di cui si abbia notizia, e di informarne la popolazione. Chi decide di fidarsi ciecamente delle dichiarazioni delle case farmaceutiche produttrici dei vaccini (su cui le agenzie del farmaco hanno basato le proprie decisioni di autorizzazione all’uso di emergenza) e ricevere l’iniezione di un farmaco ancora in fase sperimentale, deve essere consapevole di ciò che rischia. Questo soltanto può essere definito “consenso informato”, che chi si vaccina sottoscrive di aver ricevuto.

Cure precoci la migliore strategia

Personalmente, ritengo che le cure precoci del Covid-19, con i protocolli già ampiamente dimostratisi efficaci e ora disponibili per i medici che intendessero adottarli, siano l’approccio più sicuro e risolutivo che tutti potrebbero seguire. In particolare, sconsiglierei il vaccino a tutti i soggetti fragili, come ad esempio le persone oltre i 77 anni, che dai dati attuali sembrano essere coloro che più di altri risentono degli effetti collaterali anche comuni della vaccinazione (febbre alta, vomito, spossatezza estrema).
Auspico comunque che gli enti regolatori (FDA, EMA e in Italia l’AIFA) seguano attentamente i casi di decesso sospetto da vaccino, così come quelli di reazioni gravi, e che nel caso ne ravvisassero la necessità, abbiano il coraggio di sospendere la campagna vaccinale in corso, almeno con i farmaci più rischiosi.

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